Il cheratocono è una malattia della cornea (distrofia corneale progressiva non infiammatoria) che generalmente colpisce entrambi gli occhi (85% dei casi). Il problema insorge quando la parte centrale della cornea inizia ad assottigliarsi e ad incurvarsi progressivamente verso l'esterno. Si verifica quindi una curvatura irregolare della cornea, che perde la sua forma sferica, divenendo conica. Sembra in relazione a disfunzioni delle ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide). Può esistere anche una predisposizione ereditaria. La malattia può presentarsi già durante l'adolescenza. La curvatura irregolare creatasi modifica il potere refrattivo della cornea, producendo distorsioni delle immagini ed una visione confusa sia da vicino che da lontano. Il paziente lamenta comunque una diminuzione della vista, soprattutto da lontano. La qualità della visione continua a peggiorare irreversibilmente; il rischio è che venga scambiata con una miopia associata ad astigmatismo.
Dopo qualche anno compaiono i sintomi della presenza del cheratocono: l'occhio diviene più brillante, gli oggetti che si riflettono sulla cornea appaiono deformati. L'occhio, se visto di profilo, mostra una sporgenza caratteristica della superficie oculare trasparente.Si nota una diminuzione notevole dello spessore sulla sommità della cornea. Col tempo essa diventa opaca a causa di un'alterazione nell'apporto nutritivo.
Il metodo più sicuro per la diagnosi del cheratocono è la TOPOGRAFIA CORNEALE . E' un metodo non invasivo che consiste nella proiezione di anelli luminosi sulla cornea analizzandone l'immagine riflessa con il computer in modo da avere una specie di mappa della cornea.
Il primo sintomo dell'insorgenza del cheratocono è quello visivo, infatti il paziente lamenta una riduzione della qualità dell'immagine che ad un primo controllo rileva un ASTIGMATISMO MIOPICO anche di lieve entità.
La correzione del cheratocono avviene nei primi stadi con l'ausilio classico dell'occhiale che subisce delle modifiche al progredire del cheratocono.
Nel cheratocono la deformazione può divenire imprevedibile al punto da rendere impossibile una visione soddisfacente con gli occhiali: ci vuole qualcosa che controlli più da vicino l'evoluzione della malattia, si ricorre alle lenti a contatto.
La lente a contatto GASPERMEABILE SEMIRIGIDA o MINISCLERALE è la soluzione ottimale per garantire al soggetto affetto da cheratocono, ad uno stadio medio evoluto, una visione nitida priva di distorsioni indotte dalla lente astigmatica, necessaria per compensare l'astigmatismo provocato dalla distorsione corneale.
Prima dell'avvento dei topografi corneali
Prima dell'avvento dei topografi corneali si basava l'applicazione delle lenti su formule ricavate dalla approssimazione della forma della cornea generata da studi su vari modelli di calcolo.
La regola comunque comune, era quella di creare una pressione sull'apice del cono per regolarizzalo.
Il contattologo, una volta definita l'applicazione, aveva come metodo di controllo per l'evoluzione del cono la sola immagine fluoresceinica, che spiegava come la lente appoggiasse sulla cornea e confrontandola con l'appoggio precedente.
La fluoresceina è una sostanza che viene impiegata in contattologia per verificare dove la lente tocca la cornea e dove la lente fa ristagnare la lacrima tra lente e cornea.
Questa sostanza colora di verde la lacrima, con l'ausilio di una speciale lampada ad ultra-violetti si illumina l'occhio, così la lacrima imprigionata tra occhio e lente diventa fluorescente, mentre dove la lente tocca, perciò non c'è ristagno di lacrima ,si presenta scura.
In effetti si deve evitare che la lente si muova troppo perché rischierebbe di creare abrasioni corneali pericolose per l'incolumità della cornea, proprio dove è più sottile sull'apice del cono.
Con i moderni topografi corneali
Con i moderni topografi corneali è possibile creare un protocollo di controllo tale da garantire sempre una fedele riproduzione del pavimento corneale, questo aiuta molto l'applicatore perché può prevenire e così provvedere alla sostituzione della lente se necessario. Infatti la lente a contatto deve sempre essere sostituita quando l'applicatore osserva una variazione sia dell'appoggio corneale sia quando nota con il topografo una variazionedi curvatura della cornea.
Il paziente a sua volta può avvertire alcuni sintomi quali senso di corpo estraneo, fotofobia, dolore al bulbo, avvertire che la lente si muove troppo oppure che esce spontaneamente ai movimenti oculari, visione non nitida o distorta.
Si può suggerire, infine, di avvalersi sempre di medici oculisti per la competenza medica richiesta nel controllo del cheratocono e di avvalersi di professionisti del settore per l’applicazione e i controlli delle lenti a contatto.